Sei sono le scene in cui si snoda la vicenda umana del protagonista, vissuto a Siviglia, nella Spagna del 600. Un fiume di parole per descrivere la vita di Miguel Manara, il Don Giovanni, trentenne donnaiolo e nobiluomo che lusinga le donne con false parole e ama la conquista facile.

Egli ha un desiderio di soddisfazione immediata, ma in realtà è triste: gli manca Qualcosa e non è sereno né felice.Oltre ad essere ricco, è un uomo abile, intelligente, dotato di grandi doti immaginative, ma, quel che più conta, è il fatto che tutta la realtà deve essere al servizio del suo desiderio di piacere e della sua istintività. Tutti lo ammirano per le sue doti, in particolare per le sue avventure e le sue bravate con le donne: queste ultime sono talmente numerose che ormai se n'è perso il conto.
La scena si apre in un castello nella campagna di Siviglia. Miguel e gli amici si divertono dopo un allegro banchetto, allettati dalla presenza compiaciuta di alcune bellissime donne.
Al culmine dell'ammirazione i convitati gridano: "Gloria a Manara, gloria a Manara, nel più profondo degli inferni!"

A quel punto, inaspettata, inizia la strana confessione di Miguel che afferma che il piacere dell'inferno, il piacere del male, della menzogna non esiste, che l'uomo che dà spazio alla propria istintività, alla ricerca del piacere, irrispettoso della dignità dell'altro e di ogni regola morale, si ritrova alla fine in preda alla noia, all'inquietudine, alla tristezza e grida: "Ah! Come colmarla questa voragine della vita? Che fare? Perché il desiderio è sempre presente, più forte, più pazzo che mai…E' un desiderio di abbracciare le possibilità infinite. Signori! Che facciamo noi qui? Che cosa guadagniamo qui? Ahimè! Quanto è breve questa vita per la scienza!"
E' una lettura eccezionale della condizione umana, dell'io, del cuore dell'uomo. La parola “desiderio” che campeggia in questo discorso, etimologicamente significa: “mancanza di stelle” e rimanda a una esperienza che è di tutti. L'uomo ha tanti desideri, molti riesce anche a soddisfarli, ma inesorabilmente il desiderio rinasce sempre. Leopardi affermava che anche se l'uomo possedesse tutto l'universo, sempre si sentirebbe insoddisfatto, perché come dice Miguel il desiderio lancia l'uomo verso l'infinito, verso la totalità. E solo quando rinasce il desiderio si riaccende e si rigenera la vita.

Ma un incontro decisivo cambia completamente Don Miguel: l’incontro con Girolama, una sedicenne ragazza orfana.

“Voi avete acceso una lampada nel mio cuore”: con questa frase Miguel si scoprirà veramente innamorato, per la prima volta, di una donna, di quella Girolama che lui finirà per sposare.

Ma la vita mette alla prova Miguel, e all’improvviso Girolama muore, lasciando in lui un profondo senso di vuoto e di disperazione che lo porterà ad una decisione drastica: entrare in convento, fino alla conversione. Colui che era scellerato diviene “prediletto”, a testimonianza che un uomo può rinascere di nuovo, anche se si sente “vecchio” dentro.