L’autore José Miguel Garcìa in questo saggio vuole sottolineare la storicità dell’ebreo Gesù di Nazaret e dei vangeli, documenti generati non dalla fede, ma dall’incontro con l’eccezionalità di quest’Uomo, fatto che molti studiosi tentano di mettere in dubbio dando risalto ad alcune contraddizioni contenute  negli stessi  vangeli.

L’autore spiega che questi eventi che si contraddicono sono dovuti ad una errata traduzione del greco ed è sorprendente leggere come, con una traduzione corretta direttamente dall’aramaico, queste contraddizioni non solo scompaiano, anzi ne viene esaltato il significato.Per evidenziare la storicità di Gesù, l’autore si è servito anche di fonti storiche pagane come Tacito (55-125), Plinio il Giovane (61-113), Sventonio (69-c.149).

E’ impressionante leggere nei loro scritti  “…cristiani: derivava il loro nome da Cristo, condannato al supplizio sotto l’imperatore Tiberio…”.Nel leggere ci si rende conto che l’ebreo Gesù di Nazaret e la sua eccezionalità sono veramente esistiti, e non sono frutto dell’immaginazione dei suoi contemporanei.