Mi sembra ieri che ho letto Santi di Cyril Martindale, con la grande presentazione di don Giussani. Invece sono passati trent’anni. Quella premessa ebbe la forza di cambiare di centottanta gradi la nostra visione dell’uomo. Pensavamo di essere bravi ragazzi impegnati in un movimento cattolico, invece eravamo dei poveracci bisognosi non di capire cos’è un grand’uomo, ma che cos’è un uomo. Eccolo, l’uomo. Il santo. Tanto diverso dai santini e tanto diverso dai santi delle altre religioni: così indifferenti, quelli, alle cose del mondo. Mentre i santi cristiani, altro che indifferenza! Una passione per la realtà, una passione per la vita come nessun altro. Tra noi ragazzi si diceva che l’essenziale era leggere l’introduzione, che i ritratti dei santi non erano all’altezza. Don Giussani lo venne a sapere e si arrabbiò moltissimo: mi prese per un braccio e mi chiese perché, secondo me, lui avrebbe introdotto un libro brutto. Un libro splendido. Ritratti semplici ed essenziali di uomini. I ritratti di Martindale erano destinati a trasmissioni radiofoniche, e della radio mantengono la necessità di chiarezza, la comunicazione piana, destinata al maggior numero possibile di persone. 
(Luca Doninelli)