"È bello dar lode al Signore”, è bello riconoscerlo! Ascoltiamo, anche solo per un minuto, Beethoven e diciamo, dentro di noi: che bello! La bellezza del riconoscere il Signore è di questa natura, ma più profonda, come il fittone che approfondisce l’apparenza appena accennata dell’albero che sta nascendo; molto più profonda e senza paragone più stabile: una forma totale di fronte alle forme parziali ed effimere.

Questo Quartetto per archi sviluppa un colloquio silenzioso, intenso, denso, accorato e drammatico, ma sempre familiare e confidente col Creatore. Così, nella coscienza che la nostra persona in questo momento sgorga dall’Essere, questa musica diventa la nostra voce nel dialogo personale e intimo con Lui, ed è insieme la percezione della Sua risposta. La nostra storia non è qualcosa che accade da sé, non è un caso; è un dialogo tra Chi ci ha fatto il cuore − e, in ogni istante, ci chiama alla verità, all’amore, alla bellezza, alla felicità − e la disponibilità del nostro cuore.