Ho ascoltato i "Responsori" di Tomas Luis De Victoria (1550-1611), così soavemente cantati dal coro di Comunione e Liberazione per la collana Spirto Gentil n. 25, alle 8.30, nel silenzio, in un giorno della quaresima. E' immediato notare la bellezza del canto che esprime mestizia, sacrificio, dolore. Ciò è possibile dentro la grande tradizione della Chiesa che permette, rende possibile l'affondo: il sacrificio "vale " quando è fatto per qualcosa d'altro, che sfidi il tempo, che resista e che faccia resistere anche te, me. Il sacrificio, il dolore è cominciato, si è disvelato valore quando Dio si è fatto uomo.
I "responsori" del Venerdì Santo di De Victoria, nel silenzio, teso all'ascolto e così tristi, sono un grande aiuto a vivere il presente, spesso contraddittorio, quando caligaveruntoculi mei ( i miei occhi sono offuscati dal pianto) perchè sembra confuso il cammino.
Ascoltiamo la musica, il canto della tradizione, monumentale aiuto a vivere il reale, l'ora, perchè ducunt volentem fata, nolentem trahunt ( il destino guida chi  lo asseconda, travolge chi si oppone) come dice Seneca in Lettere a Lucilio.

Mario Elisei